La Cena in Bianco di Torino: tomini al miele

Siete invitati ad un flash mob a sorpresa, con tanto di cena da portare nel cestino di vimini e vettovaglie varie da apparecchiare e trasportare (no alla plastica!)…cosa c’è di più comodo di un piatto di tomini al miele da vero gourmande da gustare?

Questo è uno di quei piatti strabilianti sia per gusto che per semplicità d’esecuzione, presentato come antipasto non solo apre degnamente qualsiasi tipo di cena ma è sempre apprezzato da tutti… d’altronde, l’accoppiata formaggio + miele non ha bisogno di spiegazioni, basta provarla una volta per continuare a provare nuove combinazioni senza indugiare nè tentennare sui vari tipi di abbinamenti perchè alla fine il risultato è sempre da leccarsi i baffi!

La mia ricetta è davvero semplicissima e sarà uno dei piatti che comporrà il mio cestino della prossima cena in bianco torinese (se non sai cos’è o non ti ricordi clicca qui)

Ingredienti:

  • Tomini del Talucco o Tumìn (alla piemontese) 

  • Miele millefiori o miele di castagno

Prendere un tumìn, adagiarlo sul piatto e versarci su una dose generosa di miele. Sedersi, prendere coltello e forchetta e assaporare tutto fino all’ultimo pezzetto. Ripetere con un altro tumìn.

Tempo di esecuzione: 1 min (3 min se non riuscite ad aprire il barattolo del miele).

ENCICLOPE – GNAM: Il Tomino del Talucco è una gustosa prelibatezza casearia a base di latte misto, vaccino e caprino, inserita nei prodotti agroalimentari tipici del Piemonte. Talucco è una frazione di Pinerolo, paese di 35.000 abitanti, in alta Val Lemina – TO, un tempo un territorio densamente popolato la cui sussistenza era legata allo sfruttamento del bosco e all’allevamento di vacche e capre per la produzione lattiero casearia. La lavorazione del tomino – tumin in dialetto piemontese significa “piccolo formaggio”.
Dimenticato per molto tempo in quanto prodotto povero, conosciuto solo attraverso le fonti orali, il Tomino del Talucco è tornato a far parlare di sé grazie all’interessamento di qualche produttore locale e dell’Istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente di Osasco (To).  E’ un formaggio fresco che prevede una lavorazione molto semplice: viene scaldato il latte, quindi aggiunti il caglio e il sale. Dopo circa 40 minuti la coagulazione è avvenuta, la cagliata si può rompere e si possono riempire i piccoli recipienti a forma cilindrica. I tomini rimangono a riposare per 4-5 ore a perdere il siero; una volta liberati dalle forme sono fatti asciugare sulla paglia di segale. Il tomino di Talucco appartiene alla famiglia delle cacio-ricotte, ha forma di un piccolo disco di 5 cm. di diametro, senza crosta, con pasta fine e tenera, di colore bianco, pesa 80-90 g e si consuma fresco. Per conservarli più a lungo vengono pepati e fatti stagionare per quatto o cinque settimane, allora la crosta è striata con tonalità giallo rossicce e il suo peso si riduce anche della metà. Una vera ghiottoneria quelli in composta, conservati in giare di terracotta.

E’ parente di zona della Toma dei Seirass (tornata alla ribalta grazie a Flipot – Torre Pellice).